Descrizione
È situato sulle pendici meridionali del monte Cifalco, su una collinetta a Ovest del centro abitato di Sant’ Elia Fiumerapido; sulla superstrada Sora-Atina-Cassino, dove vi si accede tramite una rampa di uscita dalla superstrada o passando per la frazione Olivella in località Prepoie. Storia e tradizioni di culto legati al Santuario affondano nella storia antichissima di queste terre. Una prima chiesuola, una cella, fu eretta verso la metà del IX secolo dai monaci benedettini del monastero di S. Michele Arcangelo di Valleluce sui ruderi di un’antica villa romana (Gattola, Historia abb. Cas., I, pag. 206, anno 1411) (1). Sul sagrato rimasero aperte per molti secoli e fino a non molti anni fa orsono due tombe appartenenti, agli antichi proprietari della villa con relativa epigrafe scolpita su uno dei due coperchi. Le tombe furono ricoprire dall’Abbazzia di Montecassino nel secondo dopoguerra. La piccola cella benedettina di Casalucense fu cosacrata nel XVI secolo alla Madonna di S. Maria delle Indulgenze e si ha notizia che già da allora vi si dispensassero proprio indulgenze plenarie (2). Con la chiusura di questo monastero, nel sec. XV, la cappella passò sotto l'amministrazione di Montecassino, che ne fece un beneficio intestato ad un certo d. Benedetto Verzelle nel 1443. Nel 1756 il beneficio risulta intestato a Cesidio Lusi da Capistrello, mentre nel 1855 è beneficio regio vacante aggregato alla sottostante chiesa di S. Maria delle Grazie dell'Olivella (3).
Fu agli inizi del XIV-XV secolo si fa risalire la statua lignea della Madonna delle Indulgenze conservata nel santuario (4). Secondo la tradizione a Casalucense si dispensavano le indulgenze plenarie nel giorno della festività della Madonna, la seconda domenica dopo Pasqua, ogni domenica di maggio e nel giorno dell'Assunzione. Il culto, ancora oggi perpetrato ebbe inizio nel XVI secolo. Fu agli inizi del XIX secolo che si pensò di modificare e ingrandire la piccola chiesetta medioevale. Infatti ne abbiamo una testimonianza alla fine del Settecento – dove Giuseppe Picano ce ne dà notizia – il santuario consisteva in una cappella con annessa una cella frequentata da mendicanti; era in stato di abbandono e non vi si celebrava più messa.
Nel 1807 la chiesetta venne restaurata con le offerte dei fedeli, ma fu tra il 1840 e 1841 che venne ampliata dal canonico d. Stefano Pirolli da S. Elia, il quale vi aggiunse un'abitazione a due piani (5). I lavori continuarono sotto la sorveglianza di degli economi curati di Prepoie, Gioele da Traetto e Bartolomeo da Cugnoli, fino al 1860, anno in cui il nuovo tempio a tre navate, come oggi ancora appare, fu inaugurato dall'abate di Montecassino Carlo De Vera (6).
Fu infatti proprio nel 1865 che Carlo De Vera (7) l'abate di Montecassino (ab. 1863-1871) fece di nuovo ampliare la chiesa con il contributo ed il lavoro gratuito dei fedeli; ma il maggior merito fu del francescano p. Bartolomeo da Cugnoli. Nell'ambito di questi lavori fu fatto scavare il pozzo vicino alla chiesa, e in quell’occasione fu rinvenuta l'iscrizione rupestre dell’epigrafe romana “ NVMPHIS AETER / NIS SACRVM / TI. CL. PRAEC. LIGAR. / MAGONIANVS PER / PRAECILIVM ZOTICVM / PATREM AQVA INDUXIT” incisa su una roccia a circa 300 metri dal santuario (8) e che potete ammirare nel suo splendore nella sezione dedicata all’acquedotto romano da Valleluce a Cassino, su questo stesso sito.
Su un lato della chiesetta furono costruite anche sei casmerette per il curato che avrebbe dovuto soggiornarvi. Il tempio fu edificato su tre navate ed affrescato nel 1890 dal giovane Enrico Risi da Sant’Elia (1855-1916) (9); fu anche ingrandita l'abitazione annessa, il cui ulteriore ampliamento fu curato da p. Gioele da Traetto, il quale fece anche costruire il campanile. Per vari anni il santuario fu tenuto dai frati minori.
Nel 1899 passò sotto la protezione di S. Giovanni della Croce. L'incuria ed il terremoto del 1915 danneggiarono non poco il santuario e le sue decorazioni; pertanto nel 1939 fu necessario nel secondo dopoguerra dotarlo di nuovi interventi: gli affreschi furono eseguiti dal pittore bergamasco Giovanni Bizzoni (non di rado servendosi come modelli di personaggi del posto, ad esempio il noto e compianto "Camuscio") e dal francescano P. Colombo Cordeschi dell'Aquila, Intanto si era già da tempo provveduto a costruire una strada carrozzabile da S. Elia grazie al podestà Carlo Pirolli e a dotare il convento di luce elettrica; alla chiesa fu affiancata una sagrestia e nuove stanze furono aggiunte alla struttura conventuale: questi ultimi lavori furono voluti dal Superiore p. Emilio Gaudiere e dal suo successore p. Rosario Lacoverte(10). Alle sei camerette fu aggiunto l’attuale grande fabbricato, convento e ritiro spirituale per i padri benedettini di Montecassino oggi abitato dai frati francescani mariani di padre Kolbe. I religiosi vivono solo di provvidenze provenienti dalle offerte apportate loro dai cittadini.
Si può, tuttavia, aggiungere che il terremoto del maggio 1984 produsse innumerevoli danni alle strutture dell'edificio il quale è rimasto chiuso per molti anni, richiedendo interventi massicci di consolidamento dei pilastri e delle volte da parte della Soprintendenza per i Beni AA. AA. del Lazio, sotto la direzione dell’architetto Carlo Scappaticci. La nuova Casa Mariana Maria SS. delle Indulgenze è stata finalmente riaperta al pubblico e al culto nella primavera del 2000 ed innalzata a chiesa Giubilare dall’abate di Montecassino, Bernardo D’Onorio.
Per maggiori approfondimenti: Giovanni Petrucci Il Santuario di Casalucense in Sant’Elia Fiumerapido
Bibliografia
(1) Memoria dell'Abate Marco Lanni intorno la chiesa di S. M. delle Indulgenze in Sant'Elia, Napoli, 1850.
(2) Benedetto Di Mambro, Sant'Elia Fiumerapido ed il Cassinate. Cassino 2002
(3) Filippo Ponari, Ricerche storiche sulle antichità di Cassino, Napoli, 1867.
(4) Marco Lanni, Monografia di S. Elia sul Rapido, Napoli, 1873.
(5) Giuseppe Picano, Notizie intorno al Santuario di Nostra Signora delle Indulgenze in S. Elia sul Rapido, Ciolfi, Cassino, 1900.
(6) Marcellino Carretta, O.F.M., Breve cenno storico sul Santuario di Casalucense, Ciolfi, Cassino, 1941.
(7) Angelo Pantoni, O.S.B., Il Santuario Diocesano di Santa Maria di Casalucense, in Bollettino Diocesano di Montecassino, anno XVI (1961), n. 3, pagg. 121-124.
(8) Giovanni Petrucci, Itinerario storico di Casalucense, in Lazio Sud, a. II (1983), n. 5, pag. 19-21.
(9) Soprintendenza per i Beni AA. AA. del Lazio, Centro Operativo di Cassino.
Fonte: www.santelia.net
Modalità d'accesso
Luogo privo di barriere architettoniche e accessibile a tutta la cittadinanza.