Descrizione
Di origine bizantina e ricchezza storica del paese, ma purtroppo, i bombardamenti dell’ultima guerra ne hanno in gran parte distrutta la struttura con parti del tetto e della cupola che sono crollati, ma con le forti strutture interne ancora intatte e di ammirabili fattezze.
Per quanto riguarda le origini e la data di fondazione di questa meravigliosa chiesa non si hanno notizie certe, ma nella monografia di Marco Lanni si fa riferimento ad una colonia greca che X si trasferì a Sant’Elia e che probabilmente costruì la chiesa (1).
Comunque, tale era l’ importanza che aveva assunto la chiesa di San Cataldo in Sant’Elia che, dal 1208 e fino al 1290, vi si concedevano quaranta giorni di indulgenze a quanti l’avessero visitata in pellegrinaggio il giorno 10 maggio, ricorrenza della festa di San Cataldo (5), che era stato Vescovo di Taranto nei primi tempi dell’era cristiana (6).
Nel 1367 un terremoto distrusse la chiesa di San Onofrio (7) ed una nuova cappella con chiesa annessa in suo onore fu costruita “adiacente alla chiesa di San Cataldo, dalla parte sinistra della sua facciata” (8), e cioè contigua alla parete nord della stessa.
L’ingresso era ed è, anche se oggi murato, rivolto a nord-ovest. Ha quattro altari laterali, due per parte, coperti a volta in stile barocco. Fino al secondo conflitto mondiale in questa chiesa si celebravano le Novene all’Immacolata; dopo la distruzione la parrocchia fu trasferita nella chiesa di san Sebastiano. Oggi restano solo muri pericolanti ma la struttura mostra ancora la sua maestosità e tutta la sua bellezza.
Bibliografia:
(1) Marco Lanni: Monografia su Sant’ Elia sul Rapido, Napoli 1973
(5) Angelo Pantoni: S. Elia Fiumerapido, Bollettino Diocesano Montecassino 1966
(6) Marco Lanni: op. cit.
(7) ibidem
(8) Angelo Pantoni: S. Elia Fiumerapido, Bollettino Diocesano Montecassino 1966
Modalità d'accesso
Luogo privo di barriere architettoniche ed accessibile a tutta la cittadinanza.